Richiedi un appuntamento online Chiama il numero 02.56569207 e lascia un messaggio

service-1

Cos’è la valutazione funzionale fisioterapica?

Durante la prima seduta, il fisioterapista è tenuto ad effettuare una “valutazione funzionale fisioterapica”. Questo è un processo fondamentale per comprendere quali siano le strutture fisiche che abbiano necessità di trattamento. Attraverso questo strumento il terapista elabora un programma riabilitativo preciso e mirato. Al contrario, la diagnosi clinica, compilata dal medico, non è sufficiente per definire un valido programma riabilitativo. Questa può soltanto dirci quale patologia sia stata riscontrata. Inoltre la diagnosi clinica si basa sempre più spesso sul solo esame strumentale che non può darci la certezza sull’origine del problema (vedi articolo).

Come si svolge?

La valutazione funzionale fisioterapica ha inizio con l’anamnesi. In questa fase il terapista indaga sulle problematiche presenti e passate del paziente. Si deve inoltre creare un’alleanza terapeutica tra fisioterapista e paziente. Questo legame è fondamentale per la buona riuscita del trattamento. Il fisioterapista crea quindi una o più ipotesi diagnostiche funzionali e valuta se sia necessario l’invio del paziente ad un altro specilista.

Se ciò non fosse necessario, la valutazione prosegue con un esame fisico obiettivo. Il terpista esegue un’indagine globale (o posturale) di tutto il sistema e diverse indagini distrettuali. Le indagini distrettuli prevedono test muscolari e articolari, palpzione dei tessuti molli e test ortopedici. In base alla problematica emersa dall’anamnesi sono valutati anche alcuni sistemi, come l’equilibrio.

Il fisioterapista ora può quindi formulare una “diagnosi funzionale fisioterapica” e un “progetto riabilitativo”. Al suo interno sono definiti degli obiettivi raggiungibili che vengono valutati progressivamente seduta dopo seduta.